Filmoteca Vaticana

Włodzimierz Rędzioch: - Qual è lo scopo principale dell’attività della Filmoteca Vaticana?

Claudia Di Giovanni: - La Filmoteca Vaticana è impegnata a ricercare e conservare il materiale filmato sulla storia dei Pontefici, della Chiesa e della sua opera nel mondo, oltre ad una serie di film di alto valore artistico e umano. L’invenzione del cinema nel 1895 ha indubbiamente creato un nuovo modo di comunicare e documentare il mondo e le attività dell’uomo. Le immagini in movimento sono diventate uno degli elementi caratteristici della società contemporanea, anche se solo nel 1980 l’UNESCO ha riconosciuto che i film sono un bene culturale e, come tali, fanno parte del patrimonio dell’umanità. L’esigenza di preservare dalla scomparsa gli elementi costitutivi di questo patrimonio culturale del Novecento, con la volontà di trasmetterlo alle generazioni future, risale indietro nel tempo ed è all’origine delle filmoteche, strutture nate per custodire la memoria, riscoprendo e valorizzando le immagini filmate. Perciò la Filmoteca Vaticana è impegnata da anni a ricercare, conservare e divulgare materiali non sempre noti, ma particolarmente preziosi, che rendono la sua collezione unica al mondo. Essa, infatti, custodisce un piccolo pezzo di questo patrimonio culturale composto dalle immagini filmate che ricostruiscono la storia della Chiesa

- Quando è cominciata “l’avventura” dei Papi con il cinema?

- Comincia molto presto, un anno dopo la nascita del cinema, cioè nel 1896: quel anno il primo Papa, Leone XIII, appare su uno schermo, segnando l’inizio di una nuova epoca. Si tratta del film S.S. Papa Leone XIII girato su pellicola Lumière dal fotografo torinese Vittorio Calcina. La macchina da presa ottiene per la prima volta il permesso di entrare in Vaticano. Si tratta di un filmato di 60 secondi in tre scene: nella prima inquadratura compare la sedia dove il Papa, entrando nel campo visivo della cinepresa, si accomoda per impartire sorridente la sua prima benedizione mediatica; nella scena seguente, si vedono due cavalli che tirano la carrozza del Papa che dà la sua benedizione, per scomparire poi dall’inquadratura; la terza scena si vede Leone XIII mentre scende dalla carrozza, si toglie il cappello, gli occhiali, si siede, si tocca la fronte, si sistema i capelli ed impartisce la sua terza benedizione. Queste 60 secondi segnano l’ingresso della Chiesa nel mondo dei media: il Pontefice benedice il pubblico cinematografico ma, in certo senso, benedice anche lo strumento appena nato, destinato ad influenzare la società.
Lo stesso copione si ripeterà con Benedetto XV che impartisce la sua benedizione nei Giardini Vaticani.

- La Chiesa fu sensibile non soltanto al cinema ma anche ad un altro mezzo di comunicazione appena nato, la radio…

- E’ vero. Il 12 febbraio 1931 segna un momento storico nell’evoluzione mediatica della Chiesa. È il giorno in cui si realizza il filmato L’inaugurazione della Radio Vaticana, con Pio XI e Guglielmo Marconi. L’allora Pontefice, appassionato di scienze e attento osservatore dello sviluppo tecnologico, intuì quali possibilità poteva offrire una stazione radio della Santa Sede; essa avrebbe raggiunto milioni di fedeli, diffondendo la voce del Pontefice e durante la Seconda Guerra Mondiale sarebbe diventata un prezioso mezzo di informazione. Mentre il Papa benedice gli impianti e pronuncia il suo discorso, emozionando gli ascoltatori, la macchina da presa è lì, per immortalare l’adeguarsi della Chiesa alla tecnologia.

- Nel mondo odierno ogni conclave segna un momento particolare dell’interesse dei media per la Chiesa cattolica. Per l’ultimo conclave a Roma sono accorsi migliaia di giornalisti, fotografi e televisioni. Quale conclave per primo è stato filmato dalla cinepresa?

- Il primo conclave filmato fu quello legato all’elezione del card. Eugenio Pacelli, Papa Pio XII, il 2 marzo 1939. Il filmato Conclave ed elezione di Papa Pacelli segna l’inizio di un pontificato per certi aspetti moderno, se considerato dal punto di vista mediatico. Perché Pio XII fu anche il primo papa a permettere di realizzare un film su se stesso intitolato Pastor Angelicus (il titolo fa riferimento alla profezia di Malachia, il vescovo irlandese del XII secolo che avrebbe dato tale appellativo al 260° successore di Pietro, appunto Papa Pio XII). Così nella primavera del 1942 il Centro Cattolico Cinematografico ottiene il permesso di eseguire le riprese all’interno del Vaticano che diventa un set cinematografico unico con un “attore” particolarissimo. Sotto la regia di Romolo Marcellini e l’aiuto di Ennio Flaiano gli operatori iniziano le riprese e in otto mesi girano metri e metri di pellicola. La biografia di un Papa ancora in vita diventa un documento cinematografico singolare, trasformando il film in un’udienza aperta a tutto il mondo. Ovviamente per Pio XII questo film aveva l’intento apostolico e fu un modo per essere vicino ai cattolici sofferenti in tutto il mondo.

- Si possono vedere i film come Pastor Angelicus?

- Nel 1992, a cinquant’anni di distanza dalla prima proiezione di questo film, la Filmoteca Vaticana ha deciso un restauro digitale della pellicola e ha organizzato una proiezione ufficiale. Ma non solo, il film diventa una videocassetta, lo standard più diffuso negli anni novanta, e viene distribuito per far conoscere quest’unico documento storico. In seguito, la nostra Filmoteca ha iniziato a ricevere tantissime richieste, provenienti non solo dall’Italia, ma dal mondo. E noi abbiamo fatto proiettare il film in tanti Paesi del mondo.

- Il pontificato di Giovanni XXIII, successore di Pio XII, coincide già con l’era della televisione…

- Quando sulla Cattedra di Pietro sale Giovanni XXIII la televisione è ormai diffusa. La RAI documenta ogni uscita del Papa fuori dal Vaticano. E questa vicinanza televisivo crea una sorta di familiarità con il Pontefice. Ma Papa Roncalli è prima di tutto il Papa del Concilio Vaticano II. Il 25 gennaio 1959, dopo appena tre mesi di Pontificato, Giovanni XXIII indice il Concilio, ma va ricordato che in quello stesso anno, il 16 novembre, il Papa istituisce la Filmoteca Vaticana, finalizzata alla conservazione del materiale filmato sulla vita e la storia della Chiesa.

- Allora non è il caso che uno dei primi documenti conciliari, Decreto Inter Mirifica, riguarda propirio i mass media…

- Ovviamente no. Paolo VI riconosce ai media, frutto del genio umano, una funzione salvifica e kerigmatica, invitando la Chiesa a servirsene. Siamo nel 1963 e per avvalorare quanto espresso nel Decreto si stabilisce che ogni anno, in tutte le diocesi del mondo si celebri una Giornata di sensibilizzazione dei fedeli in questo campo. Dalla prima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il 7 maggio 1967, ogni anno i Pontefici hanno preparato un Messaggio per sottolineare, in base al tema scelto, l’importanza di questo evento.

- Giovanni Paolo II viene riconosciuto come il Pontefice più mediatico della storia. Tutto il suo lungo pontificato è stato filmato e documentato dai media…

- Questo è vero. Se si usasse la vecchia pellicola nella Filmoteca Vaticana servirebbe uno spazio immenso per conservare la documentazione riguardante il pontificato di Giovanni Paolo II. Ma la tecnologia è venuta in nostro aiuto e oggi possiamo conservare ore ed ore di riprese in supporti sempre più agili e con una qualità eccellente. Ma volevo ricordare Giovanni Paolo II anche come fondatore, nel 1984, del Centro Televisivo Vaticano.

- Alla fine della nostra conversazione vorrei chiederLa quanto materiale cinematografico viene conservato nella Filmoteca Vaticana?

- Abbiamo circa 8.000 titoli catalogati, conservati in diversi formati, sulla base delle diverse epoche: pellicole, video VHS, U-Matic, DVD e alcuni formati che sono stati in circolazione poco tempo e non hanno ottenuto gran successo. Il materiale in pellicola è in corso di digitalizzazione per evitare di danneggiare gli originali; ne facciamo dunque copia in DVD, così è più facile farlo visionare e lavorarci sopra.

"Niedziela" 35/2013

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