Family Day, posta in gioco

Intervista con l’on. Eugenia Roccella

- Che cosa sta succedendo in Italia? Perché questa manifestazione?

- Nel Parlamento c’è una proposta sulle unioni gay, in pratica un matrimonio mascherato da un’unione civile. Anche contro la Costituzione italiana che definisce il matrimonio come l’unione di un uomo con una donna. La proposta prevede l’adozione del figlio del partner e apre all’utilizzo dell’utero in affitto. Il governo appoggia tale proposta allora l’unica possibilità che la legge non venga approvata è manifestare la contrarietà del popolo italiano. Questo darà anche la forza a noi, politici, per fare la battaglia in Parlamento.

- La scenario di imporre le unioni o i matrimoni delle persone dello stesso sesso si ripete in tanti Paesi del mondo. Quale lobby preme per cambiare l’antropologia dell’uomo, per annullare la sua identità sessuale biologica e per cambiare la definizione del matrimonio?

- Prima di tutto c’è una comunità internazionale di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) che preme fortemente e che è ben organizzata sul livello mondiale. Poi c’è la filosofia predominante nel mondo Occidentale di autodeterminazione assoluta, dove ogni desiderio diventa diritto, dove la famiglia non dovrebbe essere una cosa ben definita, anche dalla Costituzione, ma quello che a qualcuno pare. Nelle unioni così il figlio non è più il frutto di concepimento (non è possibile tra due donne o due uomini) ma diventa un prodotto sul mercato. E su questo mercato ci sono da comprare i gameti, gli uteri ecc.

- Cosa si più fare in questa situazione?

- Bisogna fare una battaglia di resistenza, sperando che questa follia dell’Occidente trovi un argine. Già si vedono i segnali positivi. E’ importantissimo che i popoli e i Paesi difendono la famiglia naturale.

- Come mai la lobby LGBT, con i media compiacenti, è riuscita a far passare l’idea che la loro battaglia è una “battaglia per la civiltà”?

- Da un lato l’Occidente sostiene l’equivalenza tra le varie civiltà e si batte il petto per il suo passato coloniale, ma è rimasto molto occidento-centrico, perciò tutto quello che viene dall’Occidente è spacciato per progresso. Adesso vuole imporre a tutto il mondo l’ideologia gender, come un segno di progresso. Allora tutto il mondo dovrebbe accettare l’idea che la differenza sessuale non è più fondamentale. Quando gli attivisti LGBT e i politici loro compiacenti dicono che in tutti i Paesi civilizzati esiste il matrimonio gay, dicono che un ¾ del mondo è incivile. Ma questo vuol dire che gli ideologi gender si separano dal senso comune della stragrande maggioranza dei popoli.

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