Morricone: la Messa per Francesco

Omaggio del grande compositore al Papa
Di Włodzimierz Rędzioch

Il Maestro Ennio Morricone mi riceve in una semplice stanza presso la sagrestia della chiesa Il Gesù che gli serve come camerino. Ha appena finito la prova generale con l’Orchestra Roma Sinfonietta e due cori provenienti dall’Accademia di Santa Cecilia e dal Teatro dell’Opera di Roma. E’ la prima volta che dirige in una chiesa ma l’occasione è particolare: Morricone ha composto per la prima volta nella sua lunga carriera professionale una Messa e precisamente la Messa dedicata a Papa Francesco intitolata in latino: “Missa Papae Francisci. Anno duecentesimo a Societate Restituta”.

Ennio Morricone è un romano: è nato nella capitale italiana nel 1928. Nel 1954 ottiene il diploma dal Conservatorio sotto la guida di Goffredo Petrassi. Nel 1960 comincia comporre musica per i film e diventa famoso per le sue musiche per i film western di Sergio Leone. La colonna sonora del film “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” è uno dei più famosi brani musicali nella storia del cinema. Questi successi hanno reso Morricone famoso in tutto il mondo: in questo modo il Maestro italiano ha cominciato una proficua collaborazione anche con i registri stranieri. In totale ha musicato 400 film tra cui “La Battaglia di Algeri”, “Nuovo Cinema Paradiso”, “La leggenda del pianista sull’Oceano”, “The Untouchables” , “C’era una volta in America”, “La miglior offerta” e “Mission”.

E’ impressionante l’elenco dei premi e riconoscenze ottenute: 3 Golden Globe, 2 Grammy Award, 1 European Film Award, 5 nomination all’Oscar, 10 David di Donatello; ha ricevuto 27 Dischi d’Oro e 7 Dischi di Platino.

Anche se nella sua lunghissima carriera Morricone ha “prodotto” tantissimo, non ha mai composto una Messa. Per questo la mia conversazione comincia con una domanda che riguarda la di quest’opera.

Włodzimierz Rędzioch: - Come mai lei, Maestro, all’età di 84 anni, dopo più di mezzo secolo di attività professionale, ha deciso di comporre la sua prima Messa?

Maestro Ennio Morricone: - L’idea di comporre una Messa era già nell’aria perché mia moglie da tanto tempo me lo chiedeva. Allora la voglia di scriverla c’era già. Ma io non lo facevo perché pensavo che la Messa sarebbe rimasta nel cassetto. Dicevo a mia moglie: “Ma quando la sentirò?” Ma un giorno nel 2012, uscendo di casa, ho incontrato padre Daniele Libanori, rettore della chiesa del Gesù. Il gesuita mi ha chiesto di scrivere una partitura per celebrare i duecento anni della ricostituzione della Compagnia di Gesù. Prima ho rifiutato, dopo ho chiesto il testo e un po’ di tempo per riflettere, dicendo: “Se la farò La chiamerò”.

- Nel frattempo è stato eletto Papa Francesco, il primo Pontefice gesuita. E’ stata una felice coincidenza...

- E vero. Per questo motivo ho detto di sì e ho pensato di dedicare la Messa al Papa. Ecco come è nata la Missa Papae Francisci. Anno duecentesimo a Societate Restituta. Che acquista un valore ancora maggiore per me che da sempre sono credente, cresciuto in una famiglia cattolica.

- Lei, Maestro, ha fatto già la musica per un film sui gesuiti: Mission. E nella sua Messa si sentono suoni della colonna sonora del film...

- Non è un caso che nella Messa si sentono echi della colonna sonora del film Mission. Nella pellicola di Roland Joffé si raccontava il massacro degli indios da parte di spagnoli e portoghesi e dell’opera dei gesuiti in terra di missione. Una pellicola ambientata nel 1750, poco prima che nel 1773 venisse decisa, per ragioni politiche, la soppressione della Compagnia di Gesù. Invece sono felice che con questa Messa si celebra i duecento anni della ricostituzione, avvenuta nel 1814, della Compagnia. E quando celebriamo duecento anni della ricostituzione dei gesuiti, abbiamo un Papa gesuita – è una coincidenza incredibile.

- Per Lei comporre una Messa era solamente un’esperienza artistica, musicale o anche religiosa?

- Prima di tutto era un’esperienza musicale. Anche se io ho la tendenza a sacralizzare le cose che faccio. Ma lei sa che molti compositori hanno scritto le Messe senza essere credenti.

- Lei dirige per la prima volta in una chiesa. Anche questo è per Lei una novità…

- Guardi, per me è un’esperienza nuova e io sono preoccupatissimo. Come compositore sono sereno ma come direttore d’orchestra sarò tranquillo solo alla fine.

- La partitura della sua Messa, per doppio coro e orchestra, è classica in sette parti: Introito, Kyrie, Gloria, Alleluja, Sanctus e Agnus Dei. Lei come descriverebbe la musica della sua Messa?

- La Messa riflette tutta la mia esperienza musicale e mostra il mio stile. C’è un organico strumentale tipico delle mie partiture, con trombe e tromboni, molte percussioni, violoncelli e contrabbassi, ma nessun violino. Ho voluto poi un doppio coro per riallacciarmi all’insegnamento del Concilio di Trento. Ho guardato a Monteverdi e Frescobaldi, ma anche a Stravinskij. E soprattutto al mio maestro, Goffredo Petrassi.

„Niedziela” 29/2015

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