Natalia Tzarkova - la pittrice dei papi
Chi e di casa nei salotti della nobilta romana, chi partecipa ai ricevimenti nelle ambasciate o frequenta gli ambienti vaticani, non di rado puo incontrare li una giovane donna minuta dai tratti slavi, bionda con gli zigomi accentuati all’orientale. E’ Natalia Tzarkova, una pittrice russa che, da quando e arrivata in Italia nel lontano 1994, ha conquistato a Roma una solida posizione dell’apprezzata ritrattista. Conosce bene quel mondo tipicamente romano di ambasciatori, conti e principi, monsignori e cardinali, cavalieri e commendatori: e riuscita finanche a diventare la “pittrice dei papi”.
Tzarkova e nata a Mosca nel 1967. Da quando era piccola le piaceva dipingere e, crescendo, realizzo il suo sogno di diventare pittrice frequentando la Scuola Accademica Artistica di Mosca e, dal 1988, la prestigiosa Accademia delle Belle Arti della capitale russa. Grazie allo studio ha affinato il suo stile e ha perfezionato la sua tecnica. Tzarkova dipinge quadri di vario genere, ma ha conquistato il pubblico, prima di tutto, grazie ai suoi ritratti.
Ho incontrato la pittrice nel suo studio non lontano di piazza San Pietro per parlare dei suoi lavori particolari: i ritratti dei papi.
Włodzimierz Rędzioch: - Quando ha cominciato a dipingere i ritratti dei papi?
Natalia Tzarkova: - Quando sono arrivata in Italia frequentavo il mondo aristocratico per fare i ritratti dei nobili. Questo mondo e vicino agli ambienti vaticani e percio in Vaticano si e sparsa la voce che a Roma c’e una brava pittrice russa. Siccome Giovanni Paolo II non aveva ancora un suo ritratto ufficiale, allora mi hanno chiesto di farlo. Ho dipinto il ritratto del Papa nell’Anno Giubilare 2000. Attualmente questo quadro si trova nel Museo dei Pontefici del Palazzo Lateranense. Il secondo ritratto del Papa l’ho preparato per l’apertura del “John Paul II Cultural Centre” di Washington; il terzo e stato commissionato dal card. Stanisław Dziwisz (gia segretario di Karol Wojtyła), che voleva regalarlo alla sua chiesa titolare di Santa Maria del Popolo, durante la solenne presa del possesso di questo tempio. Infine, ho fatto altri due ritratti di Giovanni Paolo II che si trovano a Detroit; aggiungo che questi due quadri sono stati firmati dal Papa.
Ogni volta che finivo il ritratto di Giovanni Paolo II, il Santo Padre mi concedeva un’udienza privata.
- Cosa Le diceva il Papa in quelle occasioni?
- Quando sono andata per la prima volta a presentargli il suo ritratto ufficiale, mi ha detto in russo: “Tu sei Russa. Viva l’arte russa”. Dopo ha aggiunto: “Sei brava, continua cosi”. Ogni volta mi diceva qualche cosa in russo.
- Come nascevano i suoi ritratti? Giovanni Paolo II si metteva in posa?
- Prima di tutto, tentavo di vedere Giovanni Paolo II durante le udienze e le sante messe, ma il Santo Padre era gia ammalato e curvo. Allora per fare il suo ritratto ufficiale dovevo utilizzare anche delle fotografie. Grazie alle bonta dei segretari del Papa, potevo prendere in prestito le sue vesti che mettevo sul manichino nel mio studio.
Una volta ho dipinto Giovanni Paolo II dal vivo: accadde durante il Sinodo dei Vescovi nel 2001. In tale occasione mi hanno dato la possibilita di stare nell’Aula del Sinodo a dipingere. Ho dipinto il Papa insieme con tanti vescovi e cardinali che partecipavano a questo raduno.
Invece, per il Centro Culturale di Washington ho pensato di presentare il Papa benedicente. Allora mi hanno permesso di incontrarlo, che e stato cosi gentile da farmi vedere questo suo gesto. E’ stata una cosa commovente.
- Nel dicembre scorso ha presentato a Benedetto XVI il suo ritratto: cosa potrebbe dirci di quest’opera?
- Quando il card. Ratzinger e stato eletto papa, ho avuto delle proposte di fare il suo ritratto, ma all’inizio non mi sono sentita pronta a farlo. Prima di dipingere un ritratto di qualcuno, devo studiarlo per capirlo. Partecipavo alle varie udienze e alle celebrazioni liturgiche con il Santo Padre per osservarlo e per traciare qualche schizzo. Alla fine ho deciso di dipingere Benedetto XVI: il suo ritratto e stato eseguito su commissione dei “Patrons of the arts in the Vatican Museums”. Per l’occasione mi hanno prestato la veste del Papa. Cosi e nata la grande tela di 180 centimetri per 120, che rappresenta Benedetto XVI seduto sul trono che fu di Leone XIII, con il piviale rosso (simbolo di fede e di amore).
- Come ha reagito il Papa vedendo il suo ritratto?
- Al Papa e piaciuto il suo ritratto e, in modo particolare, ha apprezzato la sua ricca simbologia.
- Ha dipinto anche altri papi?
- La direzione dei Musei Vaticani mi ha chiesto di preparare un ritratto di Giovanni Paolo I, il “Papa del sorriso”, che regno soltanto 33 giorni (in quel breve periodo non ci fu nemmeno il tempo per preparare il suo ritratto ufficiale. Alloro ho dipinto io la sua immagine che e stata esposta nei Musei Vaticani).
"Niedziela" 5/2008