RITORNO DAVANTI AL SACRO VOLTO

Intervista con p. Carmine, rettore del santuario di Manoppello

Włodzimierz Rędzioch: - P. Carmine, ci siamo incontrati tre anni fa, prima della visita di Benedetto XVI al Santuario del Volto Santo a Manoppello. Il vostro santuario, che per tanti secoli era conosciuto a livello locale, è diventato famoso nel mondo intero. Come è cambiata l’attività del vostro santuario dopo il pellegrinaggio del Santo Padre?

P. Carmine Cucinelli: - La visita di Benedetto XVI ha fatto conoscere il nostro santuario sia in Italia, sia nel mondo. Tanti Italiani si sono meravigliati che si sapeva poco o niente dell’esistenza della reliquia del Volto Santo. Parecchi di loro, anche grazie a questo evento, sono venuti per visitare il santuario. La notizia si è sparsa in tutto il mondo e hanno cominciato ad arrivare i pellegrini dall’America e da altri Paesi lontani, come le Isole Filippine, per esempio. In un anno avevamo circa 600 mila pellegrini.
Per di più, abbiamo cominciato a ricevere tantissime lettere con le richieste di cartoline ed immaginette. Per questo motivo abbiamo provveduto a tradurre le notizie circa il santuario e il significato religioso della reliquia del Volto Santo in dieci lingue. Ci serviamo anche di un sito Web, in quattro lingue, per far conoscere le iniziative e le attività del santuario, e tenere aggiornati sugli studi, ricerche e approfondimenti. Esso è www.voltosanto.it. A quest’ultimo scopo stampiamo anche una rivista semestrale: “Il Volto Santo di Manoppello”
La pubblicazione in Germania dei tre libri sul Velo di Manoppello (i loro autori erano: Paul Badde, suor Blandina e padre Pfeiffer) ha suscitato un certo interesse dei Tedeschi per il santuario. Ma il fenomeno più rilevante è senza dubbio l’arrivo dei pellegrini polacchi. Praticamente non manca giorno che non venga almeno un pullman con i fedeli dalla Polonia. Certi giorni arrivano 3-4 pullman (mi ricordo che un giorno sono arrivati 7 autobus!). In Polonia sono già apparsi sette libri sull’argomento e questo spiega anche il grande interesse dei Polacchi per il nostro santuario.

- I cappuccini custodiscono il Velo da più di 300 anni. Ma con il crescente interesse dei fedeli per il Santo Volto cresce anche la vostra responsabilità per questa reliquia veramente unica. Volevo sapere: negli ultimi anni avete fatto fare qualche ricerca scientifica particolare sul Velo?

- Sì, sono state effettuate varie ricerche, ma “non invasive”, cioè senza toccare il tessuto del Velo. I ricercatori dell’Università dell’Aquila hanno fatto i rilievi fotografici con la macchina a raggi infrarossi. Aspettiamo i risultati di questa ricerca. Al santuario è venuto anche un polacco, professore all’università di Danzica e direttore del Dipartimento di Semiotica dell’Immagine e delle Tecniche Audiovisive, l’appassionato fotografo Zbigniew Treppa, che con le foto vuole dimostrare che il Velo non è una pittura. Abbiamo fatto anche le ricerche il laser. Si tratta di un esame chiamato Raman grazie a cui si possono identificare le sostanze che compongono il materiale analizzato attraverso un diagramma. Questo esame è stato fatto già due volte e il risultato è stato sempre identico: si è scoperto che nei tanti punti analizzati del Velo c’è solo la proteina della seta di mare.

- Questo conferma che il Velo non è una pittura?

- Si, non è una pittura perché non ci sono tracce di minerali od altre sostanze. La ricerca ha rilevato una sola proteina che sembra quasi certo di Bisso marino.
E’ stato fatto anche un altro esame: un ricercatore di CNR (Centro Nazionale Ricerche) ha fatto i rilievi fotografici tridimensionali per vedere lo spessore e gli strati del velo. Siamo in attesa dei risultati, che sicuramente saranno interessanti.

- Non avete preso in considerazione la possibilità di aprire i due vetri che racchiudono il velo per analizzarlo?

- Per il momento si è deciso di non farlo per non correre il rischio di rovinare il velo.

- Chi decide quali ricerche devono essere fatte sul velo:i padri cappuccini, il vescovo del luogo, la Santa Sede?

- Noi siamo custodi del santuario, allora la responsabilità maggiore è del nostro provinciale, poi c’è la Curia vescovile di Chieti. Allora quando si deve decidere si collabora tra il vescovo, il provinciale e il rettore del santuario per prendere delle decisioni collegiali.

- Come è cambiata l’attività pastorale del santuario con l’arrivo di queste folle di pellegrini?

- Il Papa quando è venuto da noi ha elevato il santuario a basilica. Con questo titolo c’è il privilegio dell’indulgenza plenaria in alcuni giorni dell’anno: le feste che riguardano il Volto Santo (terza domenica di maggio e 6 agosto), le feste che riguardano il Papa: 22 febbraio (Cattedra di San Pietro); 29 giugno ( san Pietro e Paolo); 19 aprile, (o giorno dell’elezione del Papa reggente), il giorno della dedicazione della chiesa cioè 29 settembre; 22 settembre, il giorno dell’elevazione della chiesa a Basilica; poi c’è un giorno all’anno scelto dal vescovo e un giorno scelto dal pellegrino (questo vuol dire che il pellegrino una volta all’anno può venire qui per lucrare dell’indulgenza plenaria, al di fuori dei giorni stabiliti). La pastorale del santuario viene impostata sul significato spirituale del Volto Santo per la nostra vita. Praticamente due frati stanno sempre in chiesa per accogliere i pellegrini (la nostra comunità conta al momento sei sacerdoti). Con l’arrivo di tanti pellegrini è aumentato notevolmente anche il lavoro dei confessori. L’unico problema sono le lingue perché la nostra comunità è composta dai frati italiani che se la cavano anche con lo spagnolo e un po’ con l’inglese, ma bisognerebbe avere qualcuno che parlasse anche altre lingue,come il polacco.

- Speriamo che i superiori cappuccini in Polonia ascolteranno il suo appello e manderanno qualcuno per servire i fedeli dalla Polonia anche in questo luogo unico, che è diventato il luogo di pellegrinaggio di tanti polacchi.

"Niedziela" 10/2010

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