SAN PAOLO E’ QUI

L’inaugurazione dell’Anno di San Paolo

“Niedziela” parla il card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma

In occasione dell’anniversario della nascita di san Paolo - che si suppone nato 2000 anni fa - Benedetto XVI ha indetto l’anno santo dell’Apostolo. L’ha fatto il 28 giugno 2007 nella basilica romana che custodisce le spoglie mortali di san Paolo. L’iniziativa dell’anno dedicato all’Apostolo delle Genti è stata accolta con entusiasmo dal card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura. La basilica romana sulla via Ostiense diventerà il centro delle celebrazioni dell’“Anno Paolino” sia di carattere religioso, sia culturale.

Włodzimierz Rędzioch: - Eminenza, il prossimo 28 giugno Benedetto XVI aprirà la “Porta Paolina” della Basilica iniziando un Anno Santo dedicato all’Apostolo. Ci voleva un anno particolare per ricordare questa grande figura del cristianesimo?.

Card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo: - Paolo è una della figure più grandi del cristianesimo e più impegnate nell’annuncio del Vangelo. Non è un discepolo, è stato scelto da Dio per una strada diversa ed indirizzato come apostolo delle genti per tutte le nazioni del mondo. I suoi scritti e le sue azioni spesso non sono abbastanza conosciuti e approfonditi anche dagli stessi buoni cattolici.

- Quali sono state le indicazioni del Santo Padre circa l’Anno Paolino?

- Far conoscere ed approfondire sempre più la figura di San Paolo e tutto il suo insegnamento e la sua vita raccolti negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere. Poi l’ecumenismo: Paolo, Apostolo delle genti, è destinato a portare il Vangelo anche ai non ebrei. Oggi si parla di portare i suoi insegnamenti ai cristiani non uniti con Roma. Perciò la dimensione ecumenica è uno degli aspetti principali dell’Anno, e la nostra Basilica deve avere sempre questa caratteristica.

- Come saranno accolti i gruppi dei cristiani non cattolici?

- Organizzeremo incontri di preghiera e non celebrazioni di sacramenti (cosa che potrà avvenire solo quando avremo la piena unità). Tutti i gruppi cristiani non cattolici avranno a disposizione le quattro cappelle e il battistero che non è mai usato e che, con piccole trasformazioni, sarà usato anche come cappella.

- La Basilica di San Paolo è il “cuore” dell’Anno Paolino perché la tomba dell’apostolo viene custodita proprio qui. Qual è la sua storia e cosa dicono le scoperte archeologiche?

- Fin dal secondo secolo la tradizione unanime e incontrastata dice che sotto il ciborio della Basilica c’è il sarcofago con la tomba di Paolo. All’ inizio in questa zona della via Ostiense c’era una necropoli pagana. Poi - secondo la tradizione - una matrona di nome Lucina raccolse il corpo di San Paolo che fu decapitato alle Tre Fontane e l’ha posto in un sarcofago in questo luogo. Dopo l’editto di Costantino, con la libertà di culto, fiorirono grandi pellegrinaggi e la necropoli si trasformò lentamente. Difficile dire cosa sia successo nei primi secoli, ma dal 313 è sicuro che intorno a questo sarcofago sia cresciuto il culto. Poi è stata costruita la prima basilica, piccola, lunga circa trenta metri, con l’ abside verso il fiume e la porta sulla via Ostiense. Ma già dopo un secolo si è visto che era insufficiente ed è stata costruita una nuova basilica con l’ abside verso via Ostiense e l’ingresso verso il Tevere che intanto si era allontanato. Il rischio delle inondazioni era sempre alto, così intorno al sarcofago fu costruito un muro per proteggerlo e sopra fu messa una lastra di marmo con scritto in caratteri molto semplici: “ Paulo apostolo mart…”.Poi ai primi del 900 furono costruiti gli argini del Tevere e da allora non ci sono più inondazioni.

- Sono state fatte le ricerche archeologiche intorno alla tomba?

- E’ impossibile togliere il muro di protezione perché sopra poggia il baldacchino costruito da Arnolfo di Cambio, per questo sono state fatte solo delle esplorazioni.

- Allora oggi cosa vedono i pellegrini che visitano la Basilica dell’apostolo?

- Abbiamo fatto una finestra, una grata e si vede il sarcofago. I visitatori possono scendere, c’è un inginocchiatoio e una breve spiegazione in 8 lingue. A dire il vero c’è stato un vero rifiorire del culto dell’Apostolo.

- Ci sono delle testimonianze del culto di San Paolo nei secoli passati?

- Nei secoli passati i monaci raccolsero delle monetine di poco valore venale, ma che testimoniano il valore del culto. Sono di vari secoli e di varie provenienze, vengono dalla Grecia, ma anche dall’Asia, dall’Africa. Un modo per testimoniare non solo il culto, ma anche che i fedeli volevano lasciare un’offerta.

- Lei è stato – tra l’altro - nunzio apostolico in Terra Santa, nella terra che fu anche di Paolo, si sente ora un po’ambasciatore dell’Apostolo delle Genti?

- Certo, il legame con la terra di Paolo è molto importante. Non si può prescindere dalla terra dove Gesù è vissuto. San Paolo aveva studiato nelle scuole rabbiniche, ma non aveva mai incontrato Cristo, se non sulla “via di Damasco”. Gesù ha cercato gli altri apostoli in Galilea, invece Paolo fu scelto in modo diverso. Dio scelse uno che fu dottore della legge, fariseo e persecutore dei cristiani. Sulla via di Damasco Paolo ha avuto una chiamata, una vocazione che l’ ha trasformato da Saulo in Paolo. La sua è una figura mai abbastanza studiata. Per questo approfitteremo di questo Anno Paolino per approfondire, con conferenze, incontri e dibattiti, la figura dell’Apostolo delle Genti.

- A fianco della Basilica di San Paolo si trova anche la famosa abbazia benedettina...

- La basilica esiste fin dai primi secoli, poi verso il 700 è stato costruita una abbazia sui resti di una antica fortezza romana tra il Tevere e le Colline Ostiensi, sulla via verso il mare. I monaci seguono la regola benedettina e hanno come chiesa monastica la basilica. Un’eccezione nel mondo, perchè le altre basiliche papali hanno i canonici e i penitenzieri, qui invece non c’è mai stato un arciprete, che sarebbe il numero uno di un collegio di canonici che qui non esiste. Nei secoli poi, l’abbazia è divenuta territoriale, con una grande estensione fino al mare. Poi è decaduta e dopo i Patti Lateranensi era rimasta senza territorio. Nel 2005, con un motu proprio, il papa ha fatto un riordinamento generale e ha nominato l’arciprete della Basilica

- Qual è il rapporto tra l’abate dell’abbazia e l’arciprete della Basilica?

- L’arciprete ha una giurisdizione diretta sulla basilica, l’abate invece rimane il responsabile del culto, della liturgia. L’arciprete coordina il funzionamento di tutto il complesso di San Paolo dove ci sono altri enti come il Collegio Beda, gli oratori, ed altri edifici.

- Parliamo del programma e delle iniziative dell’Anno Paolino

- Tutti sono invitati a visitare la Basilica durante l’Anno Paolino. Ci sono programmi liturgici e di accoglienza. Abbiamo istituito un apposito sito internet www.annopaolino.org dove si possono anche prenotare le celebrazioni e conoscere programmi ed appuntamenti.
Tra questi, ci saranno cinque grandi celebrazioni con delle catechesi su temi paolini e testimonianza di personalità del mondo civile. Abbiamo pubblicato una guida della basilica e un manuale del pellegrino e una nuova edizione di testi paolini.
Vogliamo dare anche grande spazio per i concerti. Molti ci chiedono di poter usare la basilica perché per i concerti perché si adatta benissimo a tale scopo, ma è una chiesa. Allora ci limitiamo a tre grandi eventi concertistici. Il Papa stesso ha detto: ”Sono molto interessato, invitatemi!” Forse quindi almeno ad uno parteciperà. Un grande concerto sarà offerto ad ottobre ai vescovi di tutto il mondo che parteciperanno al Sinodo in Vaticano.

"Niedziela" 26/2008

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