Don Antoni Marchewka, un sacerdote eroe polacco che difese gli ebrei dalla persecuzione nazista

Mariusz Frukacz, www.frammentidipace.it

Quarantacinque anni fa moriva don Antoni Marchewka, caporedattore del settimanale “Niedziela” dal 1945 al 1953, collaboratore di san Massimiliano Kolbe, cooperatore di Wojciech Korfanty, uno dei politici più importanti per l’indipendenza della Polonia.

Tra le molte azioni di carità condotte durante la Seconda guerra mondiale, don Marchewka salvò un ragazzo ebreo.

Il sacerdote polacco nacque nel 1890 nei pressi del villaggio di Kozieglowki. Nel 1920 si iscrisse alla Facoltà di Diritto Canonico e Scienze Sociali presso l’Università Cattolica di Lublino. Continuò poi gli studi presso il Pontificio Collegio Internazionale Angelicum di Roma (l’attuale Pontificia Università San Tommaso d’Aquino Angelicum), dove conseguì il dottorato in diritto canonico.

Durante gli studi a Roma, collaborò con la rivista “Przewodnik Katolicki” come corrispondente e fotoreporter. Negli anni successivi scrisse numerosi articoli di contenuto sociale e religioso per diverse riviste cattoliche: “Polonia”, “Maly Dziennik”, “Niedziela”.

Durante il suo lavoro di giornalista a “Maly Dziennik”, don Marchewka collaborò anche con padre Massimiliano Maria Kolbe, poi martire e santo.

Quando il 1° agosto 1944 scoppiò la rivolta di Varsavia, il sacerdote celebrò la Messa nei rifugi e negli ospedali, assistendo e confessando i malati e i perseguitati.

Nel 1945 fu nominato capo redattore di “Niedziela”. Dal luglio 1947 al giugno 1948 venne imprigionato a Varsavia dalle autorità comuniste, che nel 1953 vietarono la pubblicazione del settimanale, che rimase chiuso per quasi trent’anni.

Dal gennaio 1955, Marchewka fu consultore della Corte Matrimoniale presso il Primate di Polonia, il cardinale Stefan Wyszynski.

Morì a Czestochowa nel 1973.

Nel corso della guerra Artur Dreifinger, un ragazzo argentino di origini ebree, venne aiutato da un prete che lo salvò dalla persecuzione nazista.

Ha raccontato Artur Dreifinger: «Il prete si chiamava don Antoni Marchewka; mi disse di non avvicinarmi al balcone e di non uscire in strada. Per tutto il giorno, quindi, stavo chiuso nella stanza ad aspettarlo. Mi salutava la mattina e ritornava la sera…».

Nel 2006 Artur Dreifinger, in compagnia di alcuni amici, visitò la redazione di “Niedziela”: desiderava avere informazioni su don Antoni Marchewka, il sacerdote della diocesi di Czestochowa che gli aveva salvato la vita molti anni prima.

La storia del salvataggio di Dreifinger ad opera del sacerdote polacco è stata raccontata a Frammenti di Pace da Ireneusz Skubis, caporedattore emerito di “Niedziela”: «Durante l’occupazione nazista, don Antoni Marchewka gli diede rifugio in un appartamento della città dove rimase nascosto per un po’ di tempo. A quell’epoca don Marchewka collaborava con Zofia Kossak Szczucka, la nota scrittrice cattolica attivamente coinvolta nell’opera di protezione degli ebrei».

Un altro fulgido esempio fra le migliaia di eroici sacerdoti polacchi che, a rischio della vita, s’impegnarono per salvare gli ebrei dalla persecuzione nazista.

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