Una donna nel giornale del Papa

Il nuovo direttore de L’Osservatore Romano ha voluto alla redazione Silvia Guidi, la prima redattrice del giornale della Santa Sede

A volta ci sono giorni che cambiano una vita. Per Silvia Guidi il 23 novembre del 2007 e stato uno di questi giorni. All’Universita Cattolica di Milano si svolgeva il convegno dedicato a Giuseppe Dalla Torre, il famoso direttore de L' Osservatore Romano, che per 40 anni fu a capo del foglio vaticano. Tra il pubblico si trovava il successore di Dalla Torre, Giovanni Maria Vian, da poche settimane direttore del quotidiano della Santa Sede, e Silvia Guidi, giornalista del quotidiano „Libero”. Fino ad allora i due non si conoscevano. Ma alla fine del convegno, la Guidi si avvicina al neodirettore per presentarsi e scambiare qualche parola; gli lascia anche il suo curriculum. Vian lo leggera nel taxi che lo porta all’aeroporto. Rimane colpito, la chiama subito per proporle una collaborazione.

Włodzimierz Rędzioch: - Che cosa era scritto nel tuo curriculum per colpire tanto il nuovo direttore de L’Osservatore Romano?

Silvia Guidi: - Era scritto che mi sono laureata nel 1998 in Letteratura latina medievale con un lavoro sui commenti ai salmi di Alcuino, il consigliere di Carlo Magno; che dirigevo la rivista poetica il Fuoco e che attualmente ero vice capo della redazione esteri di “Libero”.

- Vian doveva notare una coincidenza: la sua tesi di laurea era simile alla tua, perché trattava di commenti ai salmi di Atanasio. Per di piu il vostro incontro si svolse in un momento particolare per il giornale vaticano, cioe quando Benedetto XVI chiese al nuovo direttore che sul giornale venisse dato piu spazio alle firme femminili…

- Probabilmente anche per questo motivo la proposta di collaborazione muto in proposta di diventare redattore della cultura de L’Osservatore Romano.

- E cosi la data del 2 maggio 2008 segna un piccolo evento storico per il foglio vaticano: la prima donna entra nella redazione del giornale del Papa…

- Questo e vero, ma e giusto informare chi non conosce l’ambiente de L'Osservatore della presenza massiccia di donne in altri settori del giornale: nelle redazioni in lingua (per esempio tutta la redazione del settimanale in lingua inglese e composta da donne e a capo della redazione del settimanale in lingua tedesca c’e una donna), nella segretaria, nell’ufficio traduzioni, nell’amministrazione e nel servizio fotografico.

- Insomma in Vaticano si e lasciato tanto spazio alle donne…

- La Chiesa ha sempre tenuto alla dignita della donna. Dall'Incarnazione in poi la dignita della donna ha un argomento "teologico" potentissimo a suo favore: Dio ha scelto proprio una giovane donna, Maria, per entrare nel mondo.

- Che effetto ti fa lavorare nel giornale del Papa?

- Sono davvero onorata e felice di lavorare in un giornale cosi prestigioso. Ma malgrado tutta la serieta della testata, in redazione c’e aria di allegria, del "gioco di squadra", che funziona cosi bene nel settore in cui sono; c’e la stima reciproca e il rispetto per le opinioni dell'altro, che determina un clima sereno e rilassato. Ho lavorato in molti giornali (redazioni radiofoniche, di quotidiani, di riviste) Non e facile, in una professione ad alto tasso di narcisismo e di individualismo come quella del giornalista, trovare colleghi cosi consapevoli che si "vince insieme", valorizzando le competenze del singolo, le sue passioni, il suo particolare stile.

- Il prof. Vian punta molto sulla cultura e tu lavori proprio nella redazione culturale. Perché e cosi importante promuovere la cultura oggi, nel mondo di rotocalchi scandalistici, “Grandi Fratelli” ed oroscopi?

- Custodire e far riscoprire i tesori della cultura del passato e del presente e un'opera preziosa e quanto mai necessaria in questo momento storico. Un popolo senza memoria – come ripeteva spesso Solgenitsin - e un popolo fragile e in balia dell'ultima moda storiografica, dei condizionamenti della mentalita dominante o dei capricci del potente di turno. La cultura non e solo erudizione, e cio che "nutre" la vita, contribuisce alla felicita della persona (Alcuino diceva ai suoi studenti, che studiamo perché vogliamo essere felici: "Felicitatem quaerimus").

- Abbiamo parlato della tua vita professionale, ma alla fine della nostra conversazione vorrei chiederti qualche cosa della tua vita privata. Sei una donna consacrata e fai parte dell’associazione Memores Domini.  Cosa vorresti dire a questo proposito?

- I Memores Domini sono laici che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio vivendo "totalmente" immersi nel mondo, ma riconoscendo nel proprio lavoro e nelle circostanze piu "normali" della vita il luogo della memoria di Cristo (memoria Domini, appunto).

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